E se un videogioco, invece di mettere alla prova le tue abilità, posizionarti in classifiche competitive o lasciarti scegliere il livello di difficoltà, ti conducesse semplicemente in un viaggio alla scoperta di te stesso?
Sono molti i giochi che offrono finali multipli sulla base delle scelte compiute, ma Refind Self si distingue perché sposta totalmente l’attenzione sulle azioni stesse, rendendole una chiave di lettura della personalità del giocatore. Sviluppato da Lizardry e pubblicato da PLAYISM, questo accattivante titolo pone al centro noi stessi, per farci immergere nella storia nel modo più genuino e istintivo possibile.
Fin dai primi minuti di gioco ci ritroviamo immersi in un’atmosfera onirica e malinconica. Vestiamo i panni di un’androide dai ricordi frammentari che intraprende un viaggio dopo la morte della sua creatrice, una figura da lei molto amata. Il lutto diventa fin dal primo momento un elemento centrale dell’esperienza, ma i ricordi confusi della protagonista fanno sì che venga percepito come un dolore ovattato e confuso, legato a un processo di decostruzione interiore.
Il mondo di gioco, popolato da robot ed entità enigmatiche, ci invita a esplorare e interagire con quanti più oggetti e personaggi incontriamo lungo il nostro cammino. Scopriamo presto, però, che il numero di azioni e scelte contemplate dal gioco sono limitate: un misterioso contatore a forma di cuore scandisce il tempo a nostra disposizione, costringendoci a ponderare ogni mossa e ogni interazione. La presenza di un numero in costante crescita è un ulteriore invito alla riflessione e ci porta a ragionare sulle nostre scelte.
Sarà sufficiente già la prima partita per capire quanto ogni gesto e parola abbiano un peso significativo, persino qualcosa di apparentemente innocuo come lo scegliere se cogliere o no un fiore. Si aprono di fronte al giocatore infinite possibilità: da attività rilassanti e divertenti, come cucinare o pescare in un laghetto, a conversazioni dai toni cupi con personaggi che affrontano sfide personali.
Gli enigmi sono molti, ma le azioni per svelarli sono limitate, e questo amplifica il senso di urgenza e introspezione che pervade il gioco. Cosa riveleranno del nostro mondo interiore le scelte che compiamo in Refind Self? Sarà il narratore stesso a invitarci a ripetere l’esperienza di gioco per arricchire l’analisi della nostra personalità con ogni playthrough, rendendola progressivamente più precisa e dettagliata.
Sebbene siano necessarie tre partite per un’analisi completa (compreso il tipo di personalità più distante da noi), possiamo scegliere di giocarlo più volte. Questa struttura consente di esplorare le varie sfaccettature del nostro carattere nell’ottica di una crescita, permettendoci di accettare o rifiutare aspetti che in un primo momento avevamo valutato diversamente.
Alla fine di ogni sessione, i dati raccolti convoglieranno in un’analisi approfondita e corredata da statistiche, fornendoci un profilo basato su 23 tipologie di personalità, che includono archetipi come il ricercatore, l’artigiano, il giudice, il filosofo, l’eroe, e l’artista marziale, e offrendoci un’opportunità unica di riflettere su come le scelte nel gioco possano rappresentare tendenze e aspetti reali del nostro carattere.
Graficamente, Refind Self si presenta con uno stile minimalista, che si sposa perfettamente con il focus del gioco sull’interiorità e sulla riflessione. Il gameplay è estremamente semplice e consente di concentrarsi sul viaggio introspettivo e l’aspetto emozionale dell’esperienza ludica, piuttosto che su elementi tecnici.
Nonostante la brevità dei playthrough e la trama volutamente criptica, Refind Self riesce a farci riflettere su noi stessi e sulle piccole decisioni che, come minuscoli tasselli, costruiscono la nostra storia e formano la nostra personalità. Ogni scelta, ogni incontro e ogni azione compiuta sembrano avere conseguenze che vanno oltre il gioco, spronandoci a considerare l’impatto delle nostre decisioni sulle vite altrui e sul mondo che ci circonda.
Refind Self è una piccola gemma che ci sfida a esplorare noi stessi, a riflettere sul valore delle nostre azioni e a riconoscere l’impatto emotivo che anche i gesti più piccoli possono avere.
Un ringraziamento speciale a PLAYISM e Games Branding
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