In Utero, di Gianluca Morozzi

In Utero Gianluca Morozzi Cut-Up Publishing

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Cut-Up Publishing pubblica il nuovo romanzo di Gianluca Morozzi dalle tinte cupe, In Utero, libro brossura di 160 pagine, dalla copertina flessibile, arricchito all’interno di pagine nere fanno da divisorio fra un capitolo e l’altro, caratterizzate da illustrazioni inquietanti in bianco su sfondo per l’appunto nero.

Iniziamo dalla copertina, che già solo di primo acchito inquieta il lettore: un profilo di tre quarti di una figura indefinita, tinte verdastre su sfondo nero, una figura palesemente horror, se non maligna, e sotto di essa il titolo In Utero, in verde, con caratteri di dimensione diversa e disordinati, quasi a sembrare scritti da un bambino. Tutto questo trasmette disagio e fa pensare che In Utero abbia come protagonista un bambino malvagio o qualcosa del genere.

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Eppure leggendo la breve sinossi scopriamo che il protagonista è un ragazzo, Nikos Armero, con il sogno nel cassetto di potersi staccare dal paesino in cui è stato riportato dalla madre diventando uno scrittore famoso. Il suo paesello, ribattezzo da lui Spleentown, è il tipico paese con pochissimi abitanti e praticamente nulla d’interessante che possa stimolare la crescita: evadere o rimanere intrappolati, le scelte sono davvero poche, e Nikos sicuramente non vuole rimanere in quel posto dove è anche morto suo padre e dove il murales di un ciclista sembra osservarlo in modo inquietante ogni giorno.

Nikos è un bravo scrittore, ma non così bravo. Fortuna vuole che una sincera amicizia con Luca Graziani, autore affermato e famoso, gli apra le porte del ghost writing: anche se il suo nome non figurerà mai, è la sua occasione per poter fuggire, se saprà sfruttarla e non darsi agli eccessi. La grande città e Spleentown, che smacco quando i fondi iniziano a scarseggiare e bisogna tornare a casa della madre! Questa è la premessa per capire la situazione del protagonista, però sembra un romanzo normale, di tutti i giorni, dov’è l’utero, dove sono i bambini, dov’è l’orrore?

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Qui entra in gioco l’abilità di Morozzi, perché lui non si adagia sui normali e soliti cliché che si vedono solitamente nei romanzi dark di genere, lui è un paziente seminatore: costella le pagine di apparente normalità, dando indizi che possano far capire al lettore che non tutte le cose vanno proprio come dovrebbero andare, e queste piccolezze diventano sempre più presenti, più importanti e anche più opprimenti.

Presi da questa situazione In Utero, che appariva inizialmente banale e forse addirittura non coerente alla copertina e al titolo, diventa peggio di una ragnatela: invischia il lettore catturandolo, impedendogli di staccarsi dalla lettura, curioso di dipanare il mistero al centro della storia. Perché sì, questo è quello che è riuscito a fare l’autore: nascondere il mistero stesso, rendendoci osservatori inermi al pari del protagonista, senza nessun elemento per saperne anche solo un po’ più di lui.

Mantenendo una narrazione in terza persona, Morozzi riesce lo stesso a creare un fortissimo legame fra Nikos e il lettore, facendogli sentire tutto il suo disagio, le paure, ma anche le sensazioni positive, una sorta d’immersione in un lago nero come la pece di cui non si sa assolutamente nulla e senza alcuna protezione. Il ritmo è sempre più veloce, tanto che se le prime pagine impiegano un po’ di tempo per essere lette, le ultime vengono letteralmente divorate.

In Utero rappresenta una ventata fresca nell’horror, perché ambientato in un mondo plausibile e contemporaneo. È pieno di riferimenti sia storici che letterari e ha un livello di coinvolgimento molto raro al giorno d’oggi. Una lettura che rimane impressa e offre anche uno spiraglio sul mondo del ghost writing, e nella quale si alternano sapientemente sia dialoghi frenetici che momenti descrittivi molto approfonditi e ben rappresentati. Mi sento di consigliare il libro a tutti gli appassionati di questo genere: lasciatevi spiazzare da Morozzi, il viaggio che offre è verso un’inedita profondità dark.

Un ringraziamento speciale a Cut-Up Publishing

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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