È insolito pensare che i francesi possano produrre una serie tv di successo mondiale, ma con l’uscita di Lupin dobbiamo ricrederci. Pubblicata su Netflix l’8 gennaio, la serie ha subito stupito il pubblico per la scelta del nome, facendo riferimento al famoso ladro gentiluomo nato dalla penna di Maurice Leblanc più di cent’anni fa, che ha ispirato anche Monkey Punch per la creazione dall’ancor più celebre Lupin III, ormai presente nell’immaginario collettivo ben più dell’originale.
Proprio per limitare la confusione del pubblico, alla serie è stato aggiunto il sottotitolo “Sulle orme di Arsenio“, specificando prima di tutto che non si tratta di un adattamento dei romanzi (né tantomeno dell’anime giapponese), e che inoltre il protagonista non intende impersonare il famoso ladro. Ogni possibile dubbio viene chiarito durante la visione.
Il novello “Lupin” in questione è il conosciutissimo Omar Sy, che interpreta Assane Diop, un uomo orfano di padre che ha fatto delle opere di Leblanc un mantra, seguendo gli insegnamenti del ladro e riuscendo in qualche modo a condurre una vita “normale” agli occhi della sua famiglia. Infatti la ex-compagna Claire (Ludivine Sagnier) e il figlio Raoul hanno qualche sospetto, ma Assane riesce sempre a farla franca con l’abilità di un prestigiatore.
La serie si apre con l’esecuzione di un furto (dopotutto stiamo parlando di un ladro), ma si evolve in un modo completamente diverso. Difatti veniamo catapultati nel passato di Assane dove ci viene spiegato come mai ha deciso di intraprendere una carriera nel crimine e cosa lo ha spinto ad agire in quel determinato modo. Tra vecchi fantasmi, giochi di astuzia e complotti, assistiamo allo sviluppo della trama. Al momento però dobbiamo accontentarci solo dei primi 5 episodi, in attesa di una seconda parte in arrivo più avanti. In ogni caso si tratta di buon prodotto che riuscirà a stupire anche i più scettici.
Se la prima puntata ricorda tanto gli Ocean’s di Soderbergh, dal secondo episodio il registro cambia completamente e ci troviamo davanti ad una serie crime in piena regola, con misteri da risolvere e un cattivo da incastrare. Probabilmente questo cambio di genere è ciò che lascia più confusi e toglie qualche punto alla resa generale. Ciò non vuol dire che non sia comunque qualcosa di godibile e apprezzabile, contro ogni previsione.
Qualche altra pecca riscontrata da molti spettatori riguarda delle situazioni al limite dell’inverosimile, ma probabilmente data la natura del personaggio al quale ci si ispira c’era da aspettarselo. Le citazioni al Lupin letterario sono il filo conduttore della serie, dal titolo fino alle gesta del protagonista, liberamente tratte dai romanzi e riadattate per questa storia.
Ciò che indubbiamente contribuisce a rendere particolare e interessante questa serie Netflix è la speciale interpretazione di Omar Sy, che qui sembra incarnare il suo alter ego perfetto, cucito su misura per lui. Con la sua verve comica e le sue movenze ci regala una performance magistrale che nulla ha da invidiare a quelle dei suoi colleghi americani. Il resto del cast non è da meno, ma tutte le vicende ruotano intorno alla sua figura e i suoi comprimari vengono lasciati sullo sfondo.
La prima parte di Lupin può competere a pieno titolo con le serie americane di maggior successo che siamo abituati a vedere sulle piattaforme streaming, vedere per credere.
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