Le Streghe (2020)

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Voto:

Credo che sia raro trovare persone nate e cresciute in Europa e negli Stati Uniti negli ultimi 30 anni che non abbiano mai letto un libro di Roald Dahl, che non lo conoscano semplicemente di fama o le cui storie non siano mai state raccontate loro da genitori o insegnanti. Personalmente, ritengo che ogni infante debba crescere almeno con Gli Sporcelli, il romanzo che più di tutti mi è entrato in testa per quanto fosse divertente e assurdo quando ero piccolo; in quegli stessi anni non perdevo l’occasione di guardare Ritorno al Futuro ogni volta che passava in tv ed entrai in fissa con i film di Hellboy.

Il perché di questi accostamenti è presto spiegato: è uscito in questi giorni Le Streghe, tratto dall’omonimo romanzo di Dahl, con Robert Zemeckis alla regia (che si occupò appunto di cose come la trilogia di Doc e Marty o di Chi ha incastrato Roger Rabbit?) e Guillermo del Toro (Il Labirinto del Fauno, Pacific Rim e molto altro) alla scrittura. Insomma, due degli autori cinematografici più famosi e originali di Hollywood che trasformano in lungometraggio un libro del più talentuoso romanziere per ragazzi europeo mai esistito: una notizia così non può non far salire l’hype alle stelle. Proprio per questo, una volta visto il film, ci si ritrova alle stalle, ma quelle dell’inferno.

le streghe 2020 bambino

Vi do un breve accenno di trama, ma se vi interessa davvero fatevi un favore e recuperate il libro. Vi basti sapere che siamo in un’incredibilmente poco razzista Alabama degli anni ’60, dove un bambino (del quale neanche sappiamo il nome) perde i suoi genitori in un incidente d’auto e va quindi a vivere con la nonna, che a quanto pare conosce qualche rudimento di magia bianca e sa dell’esistenza delle streghe. Quest’ultime sono organizzate in una società segreta, per qualche motivo ignoto sono tutte delle kuchisake-onna (口裂け-女 “donna dalla bocca spaccata”) e odiano a morte i bambini (perché a quanto pare per loro puzzano di cacca di cane) e quindi si divertono a trasformarli in topi, polli o altri animali che vengono cacciati o mangiati.

Dal momento che una di loro si avvicina al protagonista, la nonna decide di portarlo in un hotel (inquietantemente simile alla Candyland di Django Unchained) per proteggerlo, non sapendo che proprio lì si sono riunite una cinquantina di fattucchiere con la Strega Suprema (Anne Hathaway), pianificando di trasformare tutti i bambini del mondo in topi in un modo che neanche mi va di spiegarvi, perché più penso alla serata di Halloween che ho perso su questo film invece di giocare online con gli amici o riguardare qualsiasi cosa di Tim Burton, più mi innervosisco.

le streghe 2020 strega suprema

Gli effetti visivi sono tra le poche cose che si salvano, ma quelli dipendono più dai soldi investiti che dalla creatività messa alla base, perché invece gli effetti speciali (come trucchi prostetici o simili, per i quali i film del buon Guillermo del Toro son famosi) sono ben pochi, evidente segno di pigrizia.

Un problema veramente grosso però è il “presupposto target”: questo film è stato pensato per una fascia molto ristretta che va dai 4 ai 9 anni, e non contento pare che debba rivolgersi a bambini molto poco intelligenti; questo porta a battute, dialoghi e soluzioni di sceneggiatura che suonano come delle prese in giro all’intelligenza di chi guarda. Un vero prodotto per ragazzi sa parlare a chiunque, a prescindere dall’età e dal retaggio culturale, come fanno ad esempio molti film Pixar, alcune creazioni DreamWorks, tutte le produzioni Ghibli e gli stessi romanzi di Dahl.

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La cosa peggiore di tutte in ogni caso non è che questo film sia una bambinata fatta solo per tirare su due soldi, ma che sia stata generata non da qualche incompetente alle prime armi, bensì da due mostri sacri del cinema che hanno realizzato capolavori entrati nella storia, anche grazie alla loro capacità di poter prendere ed emozionare chiunque nel profondo. A maggior ragione trovarsi di fronte a una roba come questa in stile Illumination (casa produttrice di Cattivissimo Me e dei Minions) fa veramente male, e si ride per non piangere se si pensa al potenziale sprecato.

Robert e Guillermo, farete bene a portarci qualcosa di qualità la prossima volta. Una cagata passi, ma se perseverate siete da ricovero. E lei, signor Dahl, sia buono e non li fulmini dal cielo.




Chirano Articoli
Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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