Altro mese, altro giro sulla ruota infernale di Samuel Stern, fumetto Bugs Comics giunto alla sua undicesima uscita, intitolata L’abisso. Questa volta vediamo all’opera ben quattro autori: la sceneggiatura è dei già conosciutissimi Massimiliano Filadoro e Gianmarco Fumasoli, accompagnati da Marco Savegnago, mentre ai disegni compare Lisa Salsi.
In questo numero il libraio di Edimburgo si troverà a rispondere a una richiesta di aiuto: un amico di Padre Duncan pensa che una sua paziente sia stata posseduta, come già accadde parecchi anni prima quando lui e il prete erano molto più giovani e inesperti. Non vi anticiperò molto altro della trama, piacevolmente complessa, se non qualche elemento utile ai fini della recensione (sempre facendo attenzione a evitare fastidiosi spoiler).
Dalle premesse, L’abisso sembra il numero giusto per poter approfondire il personaggio di Padre Duncan, ma le mie attese in questo senso sono state leggermente deluse: è vero che qualche elemento del passato è emerso (e non solamente riguardo all’amico di Stern), ma indubbiamente aumenta anche la mia frustrazione come lettrice, poiché queste informazioni vengono centellinate e sembrano essere talmente poche e lacunose (immagini, frasi spezzate, ricordi interrotti…) da non dare quella soddisfazione che si raggiunge quando finalmente si viene a conoscenza di qualcosa sulla quale si vuole scoprire di più.
Ho sempre detto che, a suo modo, è giusto che non venga svelato tutto immediatamente riguardo Samuel Stern e il suo mondo, scelta assolutamente comprensibile sebbene io personalmente non la condivida, però l’undicesimo numero equivale a circa 1000 pagine di narrazione e forse sarebbe ora di chiarire un po’ le idee dei lettori andando al di là delle storie autoconclusive (o apparentemente tali).
“Per fortuna” il Rosso in questo numero torna ad esser scritto da Filadoro e Fumasoli, oltre che da Savegnago, perché ultimamente tanti sceneggiatori differenti stavano dando la loro personalissima interpretazione del protagonista, allontanando il lettore dalla possibilità di comprenderlo in maniera chiara e poter entrare in empatia con lui (a volte ha un carattere talmente distante da come è stato dipinto in origine, da non sembrare lo stesso personaggio fatta eccezione per l’aspetto). I tre confezionano un numero intrigante per quanto il risultato, nel complesso, sia a mio parere alquanto caotico.
Ci sono momenti molto dinamici in cui la rappresentazione risulta essere quasi confusa, l’equilibrio fra parlato e azione tende a rompersi risultando in un contrasto troppo acceso e il comparto demoniaco sembra quasi messo lì frettolosamente. Ancora una volta l’antagonista è un feticcio utile più che altro per raggiungere lo scopo narrativo di introdurre situazioni che serviranno in futuro. Sinceramente mi dispiaccio molto nel vedere nemici apparentemente molto potenti, venir sminuiti in uno scontro a mio parere troppo frettoloso e in cui le dinamiche neanche sono troppo chiare: è giusto che i demonietti possano durare poche pagine e non essere approfonditi (esattamente come quello presente in Samuel Stern 1), ma in altri casi serve di più, molto di più.
Preso singolarmente, Samuel Stern 11 – L’abisso è sicuramente valido. La sua maggiore “colpa” è quella di essere solamente l’ultimo di dieci fratelli, quindi affronta un pubblico in certi casi attento e partecipe, ma in altri casi deve fare i conti con un pubblico sinceramente un po’ stanco. Ad oggi purtroppo Samuel Stern non è ancora riuscito a conquistare il mio cuore come speravo.
Un ringraziamento speciale a Bugs Comics
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