Lupin III – The First

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Voto:

Quando ormai più di un anno fa vidi le prime immagini di questo Lupin in 3D rimasi scettico: affezionato alla vecchia veste grafica e al film Il Castello di Cagliostro di Miyazaki Hayao del 1979, ero dell’idea che il personaggio avrebbe perduto il suo fascino originario e che questo si sarebbe rivelato solo uno scialbo tentativo di adattamento per i tempi moderni. Fortunatamente Yamazaki Takashi e gli altri che hanno lavorato a questo film sono stati molto più intelligenti e lungimiranti del sottoscritto, facendomi rimangiare tutto con il primo trailer ufficiale e strabiliandomi con il prodotto finito.

Lupin III – The First riesce in un’incredibile impresa: accontenta e stupisce i vecchi fan della serie manga e animata, cattura chi ci si approccia per la prima volta ed è capace di parlare ai bambini come agli adulti con battute e riflessioni non indifferenti. Questa magia la si riesce a percepire già solo dalla trama, senza parlare del lato tecnico e artistico che vedremo in seguito.

lupin 3 the first personaggi principali

Il film ha luogo negli anni ’60, gli stessi in cui nacque il fumetto, con l’amato ladro gentiluomo intento a rubare una scatola dorata al cui interno si nasconde qualcosa di ancora più prezioso; il colpo, come da copione, viene messo a gambe all’aria da Fujiko che gli sottrae la refurtiva e Zenigata che cerca di arrestarlo.

Fin qui nulla di nuovo, se non fosse per l’entrata in scena di una terza figura: una giovane archeologa, Laetitia (Letizia), vuole a sua volta impossessarsi del manufatto al cui interno si dice si trovi il diario del Prof. Bresson, archeologo di fama internazionale ucciso dai nazisti per un segreto che si era rifiutato di rivelare. Quando la ragazza viene rintracciata da Lupin, lei gli propone di usare le loro capacità combinate di archeologa e ladro per recuperare il diario e risolvere mano a mano tutti gli enigmi che si pareranno davanti a loro e li porteranno a una sensazionale scoperta.

lupin 3 the first laetitia

Sono costretto ad essere conciso e non spingermi oltre sulla trama, essendo il film breve e ricco di sorprese. Qualora, però, non foste ancora convinti, permettetemi di dirvi perché dovreste subito andare su Amazon Prime Video a recuperarlo.

Anzitutto, la già citata veste grafica: voialtri vecchi appassionati, non cadete nel mio stesso errore iniziale credendo che non vi possa restituire le emozioni di una volta, perché semmai vengono amplificate con una fluidità incredibile dei movimenti e con dei giochi di luci, ombre e colori strabilianti. Potersi muovere in un ambiente 3D dà modo al regista e sceneggiatore di quest’opera di trovare delle meravigliose soluzioni di sceneggiatura e artistiche, con espressioni facciali e fisiche che fanno ridere tantissimo o all’occorrenza trasmettono nostalgia o timore.

A proposito di nostalgia, questo film ha tutti gli elementi a cui siamo abituati e che amiamo come la musica di Ōno Yūji, che in parte rimane la stessa e comunque aggiunge qualcosa di nuovo, come tutto il resto. Sono poi apprezzatissime tutte le derivazioni da altri film molto ben noti, come Indiana Jones 1 e 3 con la ricerca dei piccoli elementi che poi vanno a ricomporre il puzzle, l’avere come nemici i nazisti con la doppia soddisfazione di sconfiggerli, la risoluzione di enigmi (con palesi riferimenti a L’ultima Crociata nell’ultima parte) e l’amore per la conoscenza che precede quella dei tesori, in pieno stile anche del già succitato Castello di Cagliostro.

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Parlando del padre dello Studio Ghibli, non passano certo inosservate le citazioni a Laputa – Il Castello nel Cielo, ma non si tratta di mere scopiazzature come si potrebbe pensare, in quanto perfettamente contestualizzate e riarrangiate a dovere con tutto il resto. L’unico difetto che posso vedervi sono solo un paio di soluzioni di scrittura che forse virano troppo sull’infantile e che potevano essere ritoccate facilmente senza cambiare il film, permettendo magari di commuoversi un poco di più, ma ci si può passare sopra.

Osservazione ancora più personale, l’esperienza per me e tutti coloro che studiano o parlano la lingua giapponese risulta castrata, non essendo disponibili su Prime Video (almeno nel momento in cui scrivo) il doppiaggio e i sottotitoli originali. Tuttavia l’adattamento e le voci italiane sono davvero ben fatte, quindi ci si gode il film in ogni caso.

lupin 3 the first cilindro

In caso vi steste chiedendo il perché di “The First“, vi dico solo che la figura invisibile ma sempre presente del nonno del protagonista, il primo Arsène Lupin creato un secolo fa da Maurice Leblanc, accompagnerà tutta la pellicola. Allo stesso modo Monkey Punch, creatore di Lupin III e mangaka, purtroppo scomparso ad aprile del 2019, ci ha lasciato come ultimo dono questo gioiello, con il quale ci augura che il suo amato figliolo, i suoi compagni Jigen e Goemon, Fujiko, Zazà e tutti gli altri possano farci compagnia ancora a lungo.




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Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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