Il tesoro del Cigno Nero, di Paco Roca e Guillermo Corral

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Esistono storie che meritano di essere tramandate e divulgate (seppur comunque riadattate in base al mezzo che le trasmette, che sia un fumetto, un libro o un film) ed il ritrovamento nel maggio 2007 del Cigno Nero è fra queste. Paco Roca grazie all’aiuto di Guillermo Corral, diplomatico e scrittore che ha vissuto l’evento in prima persona, dà vita alla fantastica graphic novel intitolata Il tesoro del Cigno Nero, edita da Tunué nella sua collana Prospero’s Books.

Oltre 200 pagine racchiuse in una pregevole edizione brossura sono il quantitativo giusto per sviscerare appieno la storia senza tralasciare nessun avvenimento importante, inoltre grazie all’abilità degli autori, nonostante l’argomento trattato possa sembrare complicato e fumoso, la lettura è scorrevole, chiara ed estremamente coinvolgente.

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Il tesoro del Cigno Nero tratta del ritrovamento da parte dell’impresa di recupero Ithaca di un inestimabile tesoro nelle acque dell’Atlantico, per l’appunto il “Cigno Nero“, che non è il nome di un’imbarcazione specifica come si potrebbe pensare, ma la definizione usata per il ritrovamento di un vascello ancora integro con all’interno tutti i suoi tesori, cosa davvero improbabile considerando il deterioramento dei materiali nel corso degli anni, le correnti marine, gli animali ed i saccheggiatori, ma non impossibile.

Un evento come questo ha puntato tutti gli occhi addosso alla Ithaca, facendo emergere anche la prima (e più grave) di una lunga serie di discrepanze, ovvero che il vascello rinvenuto molto probabilmente batteva bandiera spagnola e questo particolare è stato volontariamente ignorato ed omesso, quindi si pone un importante quesito: il tesoro dovrebbe restare a chi l’ha ritrovato o tornare alla sua nazione d’origine?

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Paco Roca, sebbene scelga di narrare la vicenda seguendo il personaggio di Alex Ventura, nuova recluta nel Ministero della Cultura di Madrid, mantiene sempre un punto di vista esterno in modo da permettere alla storia di narrarsi da sola e al lettore di farsi le sue idee e considerazioni, senza essere influenzato troppo dall’empatia o antipatia per questo o quel personaggio. Una visione così equa e libera concede inoltre ai personaggi secondari di potersi esprimere e venire leggermente approfonditi.

Non mi dilungherò ulteriormente nell’illustrare un trama articolata ed interessante che mette in moto ingranaggi fra i più impensabili, perché merita di essere scoperta per conto proprio, ma vorrei soffermarmi nel parlare di come Il tesoro del Cigno Nero abbia un grande valore sia istruttivo che morale. Il volume non si limita a trattare avvenimenti storici illustrando scorci giuridici e burocratici, intrighi fra vari stati e connessioni fra servizi segreti e potenze politiche, ma pone anche una forte questione morale su cosa sia giusto fare e cosa no.

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Il caso trattato conferisce una certa memorabilità a questa graphic novel, ma sono le piccole sfaccettature che la rendono senza tempo. Le più importanti per me sono l’aggiunta di micro-tematiche, che non distraggono il lettore ed arricchiscono la storia (temi che gravitano sia intorno alla storia principale che ai vari personaggi), e l’attenzione nel rappresentare il flashback in cui viene spiegata la storia del vascello ritrovato tramite acquerello su carta color crema, come a voler replicare l’aspetto di un vecchio libro.

Lo stile di Paco Roca è saldo, semplice eppure ricco di espressività e dinamismo, una perfetta sintesi fra uno stile realistico ed uno più libero e scanzonato. Senza dubbio il tratto di Roca è il più adatto, insieme alla scelta di una palette di colori appropriata e talmente ben studiata da poter esprimere le sensazioni che provano i personaggi, per narrare una storia come quella de Il tesoro del Cigno Nero. Trattando liberamente un avvenimento storico realmente accaduto, la sua trama necessitava di non essere snaturata, ma neanche di essere appesantita da un disegno eccessivamente ricco di orpelli e particolari.

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Il tesoro del Cigno Nero è una piacevolissima avventura che mi ha trasportata fra la Spagna e l’America, passando attraverso gli abissi marini, una lettura che mi ha arricchita ed intrattenuta moltissimo. Per via delle sue tematiche storiche, sicuramente questa graphic novel non attirerà le attenzioni di tutti, ma posso assicurarvi che il suo approccio è talmente naturale da non renderlo di difficile comprensione e potrebbe essere interessante proporlo sia a lettori già maturi che a lettori più giovani.

Un ringraziamento speciale a Tunué




Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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