Il Morning Star è un centro segreto che esiste da migliaia di anni, fondato da un gruppo di templari per fermare il male sulla Terra. È una premessa che sembrerebbe ricordare il B.P.R.D. di Hellboy oppure il Fiat Lux di Pestilence, eppure Massimo Rosi si dimostra ancora una volta un abilissimo sceneggiatore, in grado di creare una storia con una propria dignità ed identità. La vera abilità in questi casi consiste nel riuscire a mantenere una propria linea guida nonostante le associazioni immediate e naturali che avvengono da parte del pubblico, in modo che alla fine della lettura il paragone non sia più esistente.
Il nuovo fumetto di Leviathan Labs parte con il botto poiché è impossibile non rimanere incuriositi già dalla lettura delle prime pagine: strane creature, un avvenimento inspiegabile e la descrizione di un’organizzazione che agisce per il bene del nostro mondo; chi non vorrebbe saperne di più?
Trevor è scomparso dal suo letto in ospedale lasciando dietro di sé i corpi maciullati dei medici che cercavano di sedarlo. Questo evento è solo il preludio di ciò che sta per accadere sulla Terra, in quanto Trevor non sarà più lo stesso e l’organizzazione Morning Star sarà l’unico baluardo in grado di fare la differenza grazie a risorse uniche nel loro genere come Max, un uomo in grado di leggere nella mente, il peculiare Aaron, l’enorme e sanguinario Big Shark dal passato sconosciuto ed Olga, giovane in grado di viaggiare fra il mondo dei vivi e quello dei morti.
I protagonisti avranno tanto da fare in brevissimo tempo per scongiurare l’ascesa al potere di Legione, impedire che l’equilibrio fra il mondo dei vivi e quello dei morti venga distrutto ed il conseguente avverarsi di una maledizione demoniaca per la quale il regno dell’Inferno giungerà sulla Terra. Non voglio dirvi nulla di più, perché la storia merita assolutamente di esser letta e scoperta.
Questo primo volume di Morning Star getta le basi per una miniserie promettente. Un enorme punto a suo favore è un’ottima unione, fin dall’inizio, tra azione e trama, tanto che non permette di annoiarsi nonostante i vari dialoghi esplicativi necessari per la comprensione della storia.
Peculiare e degna di nota è la scelta di avere due diversi disegnatori al lavoro su questo volume: i primi due capitoli sono a cura di Paskal Millet, mentre gli ultimi due sono illustrati da Ramiro Borrallo. Sicuramente avere più stili di disegno può essere un modo sia per movimentare il fumetto che per trovare i favori del pubblico, ma devo ammettere che personalmente non ho molto apprezzato questa scelta. Per puro gusto personale, innanzitutto lo stile di Borrallo è meno nelle mie corde e in secondo luogo i due stili sono molto diversi fra loro, tanto da dare quasi l’impressione di vedere personaggi completamente diversi da un momento all’altro.
Più che la differenza dei tratti in sé, non mi è piaciuto vedere all’interno dello stesso volume, nel pieno dell’azione, i personaggi mutare soprattutto a livello caratteriale, quasi come fossero cambiati per chissà quale magia (sensazione che ho avuto specialmente soffermandomi sulla rappresentazione della mimica facciale). Da lettrice ho trovato alquanto disorientante questo cambio di rotta, ma nulla di insuperabile considerando la voglia di vedere come sarebbe proseguita la storia.
Per il resto il ritmo è incalzante, i personaggi ben congegnati e la storia si sviluppa in modo naturale. Anche in quest’occasione Massimo Rosi non lascia nulla al caso ed è perfettamente in grado di dosare cosa svelare o meno al lettore, così da incuriosirlo quel tanto che basta per rimanere con l’amaro in bocca di non poter avere subito il secondo volume fra le mani.
Morning Star – Ultimate Collection 1 è l’inizio di una serie che mi sento di consigliare a tutti coloro che adorano l’azione e l’esoterismo e sono curiosi di assistere ad una nuova interpretazione di figure come quella di Legione o di Kingu, ma anche a quei lettori che hanno voglia di addentrarsi in un’interessante avventura che non sia né troppo breve né troppo lunga.
Un ringraziamento speciale a Leviathan Labs
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