Home è l’ultima fatica del giovane e promettente Marco Fontanili, autore ultimamente noto soprattutto per le sue autoproduzioni specializzate nella tipologia “wordless” (ovvero graphic novel senza parole) come Moth, di cui abbiamo già parlato qui.
Spesso scrivendo recensioni di fumetti mi capita l’opportunità di leggerli in anteprima, magari in formato digitale ancor prima che vengano stampati, ma ovviamente la resa tra il cartaceo ed il digitale sarà sempre differente. Talvolta la differenza è minima, data più che altro dalla qualità della carta e da alcuni particolari di copertina, ma in questo caso tra avere la copia di Home fra le mani e leggerlo sul computer c’è un abisso.
La parola “casa” solitamente può evocare molteplici immagini e sensazioni, ma forse una delle prime cose a cui si pensa è la nostalgia, quella data dalla lontananza dalla propria dimora e il desiderio di tornarci. Marco Fontanili in questa sua nuovissima opera ha voluto racchiudere alcune tra le più malinconiche e profonde sfaccettature presenti nell’idea di “casa”.
Home è una graphic novel breve, tutta in bianco e nero, confezionata in un insolito formato A3. Apparentemente pochi elementi per un fumetto che invece racchiude grande studio ed attenzione. Marco Fontanili non si risparmia e, dopo l’esperienza di Moth, affina il suo dono della sintesi per condensare al meglio tutte le emozioni che vuole far arrivare al lettore, veicolandole attraverso pagine dirette ed incisive. La narrazione è quasi statica, pesante: nonostante il protagonista compia non poche azioni, tutto sembra essere tremendamente lento e ciò serve a trasmettere la giusta sensazione di inquietudine, la quiete infelice raggiunta grazie al silenzio dei caduti.
Pagine enormi, cariche di opprimenti neri a cui si alternano come dei lampi di luce i bianchi; nessuna mezzatinta, né nei colori né nei mezzi, poiché l’autore ha deciso di usare anche un metodo decisamente poco convenzionale per la realizzazione delle tavole: la lametta. Queste scelte conferiscono al fumetto uno stile originale e decisamente efficace nel rendere l’atmosfera come intesa dall’autore stesso.
Home ha come protagonista un soldato, un uomo come tanti che dopo aver visto desolazione e distruzione, dopo aver perso praticamente tutto, ha come unico obiettivo quello di tornare a casa. Non importano le sue origini e neanche chi sia, l’unica cosa che conta è il suo viaggio, un viaggio sia fisico che metaforico perché “casa” non è solo un puntino sulla mappa, ma qualcosa di più.
L’autore affronta il tema della guerra senza essere noioso o scontato. La rigidità e fretta conferita al tratto dalla lametta si unisce alla sensazione onirica data dalla tecnica dello spruzzo (quando si pone il pennello o pennarello in modo che possa effettuare schizzi di inchiostro, dando un effetto nebulizzato) creando un mondo sospeso, totalmente dominato dal silenzio.
Non si sente la mancanza delle parole perché i disegni sono in grado di trasmettere senza alcuna confusione le intenzioni e la carica emotiva presenti nel contesto, quindi non lasciatevi intimorire dall’etichetta “wordless“: se sarete attenti ed avrete una mente aperta tutto vi sarà chiaro. Personalmente apprezzo molto questo genere di fumetti, perché dimostrano che le parole in certi contesti possono essere solamente un ornamento, un orpello che anziché arricchire, appesantisce la narrazione.
Questo è molto più di un semplice fumetto, è il racconto di un reduce di guerra che prende vita davanti ai nostri occhi, che ci prende per mano catapultandoci nella desolazione che regna sovrana dopo il passaggio del conflitto. Mi ha resa malinconica, ma al tempo stesso ha acceso in me una scintilla di speranza, ricordandomi che per quanto la realtà possa essere crudele o deludente nessuno può privarci dei nostri sogni.
In Home ognuno di noi può vedere tante cose diverse ed è impossibile che non riesca a toccare qualche corda nel vostro animo. Ve lo consiglio tantissimo, perché soprattutto in casi come questo (dove l’autore ci lascia senza guide, liberi di interpretare il tutto) il nostro vissuto influenza l’approccio che possiamo avere nei confronti del fumetto, rendendo l’esperienza della lettura diversa da persona a persona. Sarei molto curiosa di conoscere i sentimenti e i pensieri che ha suscitato in voi: se vi va scriveteli nei commenti qui sotto!
Piccola nota a margine: Marco Fontanili ha voluto offrire a tutti i suoi lettori anche un gradito extra, ovvero un codice QR stampato nell’ultima pagina, insieme ai ringraziamenti, che vi darà modo di accedere ad un video interessantissimo.
Un ringraziamento speciale a Marco Fontanili
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