Nuvole Nere, il fumetto antirazzista di Feltrinelli Comics

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Feltrinelli Comics con Nuvole Nere ci offre un tragico spaccato della deriva neonazista che si spande in vari villaggi di campagna nel Meclemburgo, la Sassonia, il Nordreno-Vestfalia… ciò è doppiamente tragico, dal momento che il racconto prende spunto da fatti veramente accaduti, da testimonianze di persone spinte dai neonazisti ad andare via perché “diverse” o semplicemente perché non condividevano il loro modo di vivere e pensare.

Pasquale Ruju e Andrea Cavaletto decidono di ambientare la loro storia in un luogo fittizio chiamato Wolkendorf (tradotto letteralmente come “Villaggio delle Nuvole”), con l’intenzione di rappresentare un posto possibile ovunque, tralasciando così l’identità prettamente tedesca e rendendo il tutto plausibile per qualunque Stato europeo e non.

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Nuvole Nere parla di una famiglia come tante, composta da padre, madre e due figli in età adolescenziale. Qualcosa però rende questo nucleo familiare “non normale” agli occhi della comunità del villaggio in cui risiedono: Bernhard, il padre, dopo aver avuto già un bambino si è risposato con l’attuale compagna, una pittrice di colore con cui ha avuto una seconda figlia di carnagione mulatta. Esteticamente, quindi, i due personaggi maschili risultano avere tratti caucasici a differenza dei due femminili.

I figli vanno a scuola, il padre ha un impiego in città mentre la madre lavora a casa per preparare una mostra con i suoi quadri. Ogni personaggio ci offre una sfaccettatura diversa della tensione generale e sempre crescente che si percepisce dall’inizio alla fine del fumetto. Il villaggio, la scuola… ogni luogo è ostile alla famiglia Garver, eccetto il posto di lavoro di Bernhard (che essendo in città si erge a simbolo di una mentalità più aperta), dove i colleghi dell’uomo gli suggeriscono di trasferirsi per il bene suo e quello dei suoi cari.

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Già dalle prime pagine si evince che i “diversi” se ne stanno andando uno dopo l’altro dal villaggio, abbandonando le loro case per via di un clima sempre più opprimente e razzista, ma anche generose offerte per i loro terreni. I Garver quindi finiscono per rimanere praticamente soli, ma intenzionati a non cedere ai soprusi, gli insulti e i boicottaggi. Ognuno di loro combatte la propria battaglia personale, chi a lavoro, chi a scuola e chi a casa e gli autori riescono a trasmettere costantemente il dubbio e la sofferenza dei protagonisti, la tensione di dover scegliere tra andare o restare, tra ignorare o combattere, tra sottomettersi all’ideologia apparentemente più forte o mantenere i propri ideali.

Nuvole Nere incarna quindi la tensione ed il dramma di un contesto più che probabile e presente fin troppo spesso nella nostra società. Abbraccia sia le problematiche di un pubblico più maturo che quelle di un pubblico più giovane: il bullismo a scuola, le incomprensioni, le cattive conoscenze, tutto viene messo sullo stesso piatto assieme al denaro, i doveri familiari e la protezione dei propri cari.

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Il trio Ruju-Cavaletto-Piccioni ci regala brividi di indignazione, grazie ad una forza narrativa talmente diretta e dirompente da far attorcigliare lo stomaco, e proprio per questo è impossibile passare avanti ignorando il messaggio. Il razzismo, l’indifferenza, la disuguaglianza non vanno ignorate ma affrontate con impegno costante giorno dopo giorno; gli esiti del guardare da un’altra parte pensando che tanto non toccherà mai a noi li conosciamo fin troppo bene, eppure è facile cadere in tentazione.

Non bisogna dimenticare, mai. Proprio per questo e per far sì che il messaggio arrivi direttamente al lettore, i disegni di Nuvole Nere hanno un fortissimo impatto visivo: Piccioni per le sue tavole si serve solamente di due colori, ovvero il blu (o azzurro) ed il rosso. Qui non si parla di realismo ma di orientamenti, di emozioni, così che da una prevalenza del colore blu, i disegni arrivano ad avere una componente sempre maggiore di tinte rosse (che evidenziano tutto ciò che c’è di negativo, dall’ignoranza al razzismo). È affascinante vedere come durante la narrazione alcuni personaggi tendano a cambiare colorazione a seconda delle loro idee, aiutando il lettore ad intuire la loro psiche, le loto intenzioni, senza bisogno di noiosi e lunghi monologhi interiori o dialoghi esplicativi.

Non è solo la scelta dei colori a rendere caratteristico questo fumetto, ma anche il particolare tratto di Rossano Piccioni: veloce, agile, spesso spigoloso, studiato in modo che l’attenzione di chi legge si focalizzi dove deve e non su particolari inutili, soprattutto perché in questo caso specifico non sono importanti i fronzoli ed i piccoli dettagli, ma le azioni e le espressioni.

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La narrazione, in combinazione con il disegno, la fa da padrona: il volume di Feltrinelli Comics si lascia leggere senza interruzioni, trattenendo quasi il fiato per non disturbare i personaggi o per non rischiare di entrare a far parte del loro personalissimo inferno. Vi consiglio di leggerlo dall’inizio alla fine senza pause, altrimenti potreste perdere la carica emotiva ed il disagio necessari per assimilare al meglio il racconto.

Nuvole Nere è un fumetto scomodo, che deve colpire duro e far male al fine di smuovere gli animi, e ci riesce benissimo. Un volume di crescita, educazione e perché no… oserei dire di “costruzione” attraverso la distruzione. Non perdetelo: c’è bisogno di libri come questo, specialmente con i tempi che corrono.

Un ringraziamento speciale ad Andrea Cavaletto

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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