The Division 2 (PS4)

the division 2 ps4

Voto:

A tre anni dall’uscita del primo capitolo, Massive Entertainment prova a conquistare ancora una volta il pubblico con The Division 2. La software house svedese non punta ad apportare grandi novità al genere o stravolgere le dinamiche di gioco, bensì a consolidare una formula che già in passato ha conquistato i giocatori.

Appena avviato il titolo la prima cosa da affrontare sarà la creazione del personaggio, ben strutturata e abbastanza ricca di personalizzazioni sia dal punto di vista anatomico che estetico. La storia principale inizia con una prima fase di gameplay dove possiamo iniziare a godere della qualità grafica e dell’ottimo feeling con il personaggio, subito prima di essere catapultati in uno scontro a fuoco che, una volta terminato, darà inizio ad una cutscene che ci introdurrà al mondo di gioco.

Se a New York abbiamo assistito all’inizio dell’epidemia, a Washington D.C. vediamo come si è trasformata la società dopo la catastrofe, ma soprattutto come il sottilissimo equilibrio creatosi venga minato da fazioni criminali sparse in tutta la città. La trama non spicca particolarmente per originalità, non è raccontata nel migliore dei modi ed è contornata da dialoghi alquanto banali, ma almeno accompagna piacevolmente il gameplay. Essendo il post-apocalittico un genere saturo probabilmente non era così facile sorprendere l’utenza, ma come già detto in questo sequel Massive ha preferito muoversi su un terreno sicuro, cercando più che altro di migliorare quanto già fatto con il primo The Division.

Il panorama innevato del primo capitolo aveva sicuramente colpito con l’utilizzo dello Snow Drop affiancato all’Havok; come sempre squadra che vince non si cambia ed anche stavolta la combinazione di questi due engine ha regalato non poche soddisfazioni dal punto di vista grafico. I modelli poligonali sono ottimi e le animazioni risultano molto fluide, forse solo quelle facciali lasciano a desiderare, ma nel complesso sono soddisfacenti. Il character design è originale e in linea con l’ambientazione, ogni fazione ha i propri indumenti peculiari e le personalizzazioni di vestiario per il personaggio sono molto varie.

I paesaggi che il gioco offre sono davvero spettacolari, possiamo ammirare appieno il lavoro fatto per creare una città viva, piena di dettagli e di animali che corrono qua e là; purtroppo però l’immersività complessiva viene intaccata da frequenti pop-up di texture e glitch grafici. Gli effetti particellari sono di tutto rispetto e non appesantiscono l’esperienza nonostante il frame-lag riscontrabile nelle sessioni più concitate o negli scenari con molti elementi a schermo.

L’intero pacchetto nonostante qualche sbavatura è comunque di altissimo livello, con un impatto grafico degno di lode su PS4. Il comparto sonoro è anch’esso di grande spessore con una soundtrack interamente realizzata da Ola Strandh, compositore già apprezzato per le colonne sonore del primo capitolo. Le musiche e i suoni contornano degnamente l’avventura, con un posizionamento degli effetti sonori non dei migliori, ma su cui è facile chiudere un occhio.

the division 2 shooting

Fin dalla prima fase di gameplay, lo shooting system riesce a divertire e a convincere della sua profondità una volta addentrati per bene nel gioco. A differenza del predecessore, in questo rinnovato Role-Playing-Shooter ogni arma avrà un feeling completamente diverso dalle altre, rendendo possibile creare dei set di equipaggiamento del tutto personali e distinti dai vari stili di gioco selezionabili. Tutte le armi e i pezzi di equipaggiamento hanno inoltre degli slot per mod e personalizzazioni per plasmarsi completamente intorno al personaggio, rendendo possibile creare combinazioni tra armi e armature che facilitino un approccio più personale ad ogni tipo di situazione.

La mole di attività e quest che il gioco offre è densa e soddisfacente, con un buon numero di missioni ed eventi casuali e una buona varietà e differenziazione delle suddette. L’esperienza tende a diventare più complessa una volta completata la quest principale e raggiunto il tanto discusso endgame: appena arrivati al livello 30 tutto avrà più senso, acquisendo un significato più pieno per tutto il sistema di crafting che non servirà più a sbloccare equipaggiamenti più forti, bensì a creare il pezzo più adatto per il resto della build, con la possibilità di trasferire attributi e talenti da un’arma ad un altra o modificare una corazza a cui manca l’abilità giusta. Insomma, più ci si addentra nel lato hardcore del gioco, più si rimane sorpresi per quanto riesce ad essere profondo tutto l’ecosistema di build messo a disposizione dagli sviluppatori.

the division 2 dark zone

Il multiplayer di The Division 2, oltre alla co-op possibile in tutte le attività in giro per l’overworld, è accessibile in due modalità : la Zona Nera e il Conflitto. La prima è una rivisitazione della stessa vista nel primo capitolo, con statistiche normalizzate che rendono l’esperienza godibile anche ai livelli più bassi e una delle tre zone che a rotazione disabilita il bilanciamento, rendendola una sfida adeguata per i giocatori di livello più alto. La seconda è una modalità a squadre con obiettivi da controllare nelle varie mappe: esperienza totalmente di contorno che diverte per le prime ore di gioco, ma che diventa obsoleta una volta raggiunto l’endgame.

L’offerta videoludica messa sul mercato da Ubisoft con The Divison 2 colpisce per quello che tutti i videogiochi dovrebbero offrire: divertimento. Appena preso in mano il pad si percepisce di avere davanti un titolo denso di contenuti che non stancherà in fretta, almeno non entro le 30 ore abbondanti di gioco necessarie a completare la storia, dando parecchio da fare anche a chi vuole intraprendere una strada più longeva, addentrandosi in tutto quello che il gioco diventa una volta arrivati alla fine.

The Division ebbe un discreto successo in quanto novità, mentre questo secondo capitolo a parer mio riuscirà a fare ancor meglio grazie al rafforzamento di un sistema già solido, in grado di intrattenere a lungo i giocatori più casual, ma anche dare filo da torcere a chi accetta la sfida di “masterare” il gioco.




Murdock Articoli
Appassionato di Fumetti e Videogiochi, perché esperto non sono e recensore fa subito radical chic.

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