InnerSpace (PS4)

innerspace ps4

Voto:

Io solitamente sono un tipo molto aperto a giochi minimalisti e di stampo puramente esplorativo, che puntano più a raccontare una storia od offrire un qualche tipo di esperienza interattiva, piuttosto che del vero gameplay (l’ultimo da me recensito è Aer – Memories of Old, che ha molti punti in comune con questo titolo). Purtroppo però si tratta di un genere da cui pochissimi riescono a tirar fuori qualcosa di davvero valido, e la maggior parte dei giochi di questo tipo risultano insipidi o peggio noiosi, come nel caso di InnerSpace.

Il concept alla sua base è interessante: pur proponendo la classica storia di un mondo antico lasciato misteriosamente all’abbandono dai suoi grandiosi abitanti (che di solito è anche un pretesto per dare un senso agli scenari vuoti), il gioco ci butta all’interno di spiazzanti pianeti invertiti, dove la gravità spinge tutto verso l’esterno anziché al centro. Noi assumeremo il comando di un agile velivolo, riattivato dopo molto tempo da un esploratore, e il nostro compito sarà quello di volare alla ricerca di indizi sul passato di questo universo al contrario, risvegliando persino antiche divinità, e cercare infine una via d’uscita.

innerspace videogame sole

Purtroppo InnerSpace fallisce in molti dei suoi intenti. L’interesse per i misteri che l’Inverso nasconde svanisce già dopo un’ora di gioco o anche meno, complice una storia di fondo scritta e raccontata piuttosto maldestramente. Quantomeno vi farà piacere sapere che i testi sono completamente tradotti in italiano.

Spesso in titoli del genere è possibile trovare piccoli e più o meno semplici enigmi, che aiutano il giocatore a trovare sollievo da fasi esplorative magari lunghe e tediose. Questo gioco non è da meno, ma i suoi enigmi non sono strutturati granché bene, e il più delle volte si finisce per risolverli affidandosi completamente al caso. Oltretutto, cercare di trovare una soluzione ad alcuni di questi mentre si è costantemente in volo, impossibilitati a rifletterci su un attimo e del tutto disorientati da questi mondi capovolti, dopo un po’ si rivela abbastanza frustrante.

innerspace videogame volo

Il volo, componente fondamentale del gioco, è la sua croce e delizia. Alle volte librarsi in questi scenari assurdi è davvero piacevole, ma altre può trasformarsi in un inferno, fatto di schianti interminabili e compenetrazioni. Un aspetto positivo in tal senso è l’assenza di un sistema di danni (sarebbe stato ingiocabile altrimenti), che ci permette di fare amicizia con terreni e pareti quante volte vogliamo senza subirne le conseguenze. Talvolta ci si potrebbe trovare chiusi in vicoli ciechi, impossibilitati ad uscire con il velivolo che sbatte ovunque, ma in casi del genere dopo un po’ il gioco ci farà semplicemente ripartire dal checkpoint, magra consolazione rispetto ad un fastidioso problema che non dovrebbe proprio essere presente.

Un aspetto riuscito e ben funzionante del gameplay invece consiste nel recupero di reliquie e sfere di Vento (l’energia vitale dell’Inverso), che contribuiranno tra le altre cose ad aggiornare il nostro alter ego alato con pezzi che gli permetteranno di risolvere nuovi puzzle ed ottenere funzioni in più, rendendolo sempre più bello sia da vedere che da pilotare. Molto carina anche la funzione che rende il nostro mezzo subacqueo, permettendogli di esplorare i mari (che qui, lo ricordo, sono al posto dei cieli).

innerspace videogame reliquie sfere

Artisticamente InnerSpace riesce a farsi valere, pur non facendo rimanere a bocca aperta. La grafica è minimal, pulita e funzionale, alcuni giochi di luce sono abbastanza belli da vedere, e le ambientazioni risultano suggestive, ma forse l’aspetto più curioso del titolo è rappresentato dal sonoro. Qui i menù, le virate in volo, gli enigmi e tante altre cose sono costantemente accompagnate da note musicali, che si susseguono in maniera sempre melodica e mai cacofonica. Peccato che della cacofonia effettivamente subentri in alcune occasioni (non molte fortunatamente) in cui questi effetti si sovrappongono ai temi della colonna sonora.

Gli indipendenti PolyKnight Games hanno realizzato InnerSpace con tanta buona volontà e belle idee, ma nonostante la sua tematica principale il gioco non riesce mai a spiccare il volo. Noia e frustrazione dopo qualche ora s’insinuano prepotentemente in un’esperienza che altrimenti avrebbe tutto il potenziale per essere molto piacevole, poetica e rilassante, facendo invece passare la voglia di proseguire. Però non escludo che alcuni possano apprezzarlo fino in fondo, e in tal caso invidierei una pazienza tanto più grande della mia.

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RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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