Labadessa – Mezza fetta di limone

Labadessa Mezza fetta di limone recensione

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Esattamente un anno dopo l’uscita de “Le Cose Così”, raccolta delle sue migliori vignette pubblicate online, il giovane artista partenopeo Mattia Labadessa torna con una nuova pubblicazione, decisamente più interessante e corposa, intitolata “Mezza fetta di limone“. Stavolta ci troviamo davanti ad una vera a propria graphic novel originale di 192 pagine, in cui è evidente un impegno notevole da parte del suo autore, che si è occupato tanto della scrittura quanto delle illustrazioni.

La trama sfrutta come pretesto un’uscita dell’Uomo-Uccello assieme ai suoi amici Wilson e Franco in un sabato sera qualsiasi, per poi perdersi in ogni genere di elucubrazione possibile. Leggere questo libro è come avventurarsi in un viaggio psichedelico all’interno della mente di Labadessa, trovarsi faccia a faccia con le sue intime riflessioni sulla vita e i suoi film mentali allucinanti, in un mix riuscito di umorismo e malinconia. Si ha la sensazione di avere a che fare con un imprevedibile flusso di coscienza che a fine lettura lascia storditi.

Labadessa - Mezza fetta di limone. Film

Dal racconto emerge, non senza del nichilismo, che è inutile cercare un senso alla nostra esistenza perché questo non c’è, l’universo è governato dal caos, e dopo la vita che stiamo vivendo ci attende solo il buio eterno. Anziché disperarci, però, la migliore cosa da fare probabilmente è smettere di avere paura dell’ignoto, vivere il momento, quando occorre sbarazzarci un attimo della ragione che affolla la nostra mente di domande, bloccandoci, ed affidarci di più all’istinto. Citando Wilson: “Forse dovremmo smetterla di stare qui seduti. Forse dovremmo solo ballare”.

Una cosa che apprezzo molto di Labadessa è che nelle riflessioni espresse attraverso i suoi fumetti non c’è mai alcun tipo di moralismo. I personaggi qui si rifugiano dalle proprie ansie facendosi una canna o un drink, e il protagonista in particolare trova conforto in uno stile di vita estremamente abitudinario (di cui si fa simbolo la “mezza fetta di limone” del titolo), ma sono comportamenti che l’autore tratta con comprensione, senza emettere giudizi. Semplicemente sono così e basta, hanno le proprie debolezze come tutti i comuni mortali, spesso incapaci di cambiare quando vogliono, ma solo quando devono per forza di cose.

Ad ogni modo non tutto fila liscio come l’olio e il libro, pur mantenendo una sua coerenza, spesso tende ad essere un po’ più dispersivo del dovuto. Alcune parti poi risultano inutilmente astruse anche dopo più di una lettura e talvolta i concetti non arrivano come dovrebbero, oppure capita che vengano espressi in maniera non troppo originale.

Labadessa - Mezza fetta di limone. Wilson

A differenza dell’Uomo-Uccello, così restio ai cambiamenti, in questo Mezza fetta di limone è ben evidente un cambiamento e in un certo senso una maturazione di Labadessa. Seguendolo sui social, da circa un annetto ho notato il suo passaggio da uno stile più espressamente digitale, molto semplice e pulito (che pur mi piaceva), all’utilizzo di matite colorate e pastelli che danno ai suoi disegni un aspetto più “grezzo”, ma almeno secondo me di maggior impatto dal punto di vista artistico. Alcune tavole di questo libro si potrebbero tranquillamente incorniciare ed appendere in salotto. Da notare anche le modifiche apportate al caratteristico sfondo giallo, che ora non ricopre più le pagine per intero, ma viene usato solo per i singoli box.

Trovo stupendo inoltre il modo in cui spesso i testi si fondono all’interno delle illustrazioni, ed ho apprezzato anche le pagine in cui sono assenti e si lasciano parlare le immagini. Poi mi hanno affascinato particolarmente alcune sequenze dall’atmosfera onirica, in cui riquadro dopo riquadro i disegni si trasformano arricchendo di simbolicità i testi.

Labadessa - Mezza fetta di limone. uomo-uccello da piccolo

Mezza fetta di limone ripaga appieno la fiducia di chi, come me, l’anno scorso ha acquistato Le Cose Così più che altro come supporto nei confronti del promettente Mattia Labadessa. È una graphic novel confezionata con cura e vale sicuramente quel che costa. L’autore è migliorato molto e si vede che qui ci ha messo il cuore; al netto di qualche imperfezione il risultato è una storia molto piacevole, con un sacco di viaggi mentali profondi quanto basta, raccontata attraverso disegni estremamente affascinanti e caratteristici. Se siete fan dell’Uomo-Uccello non potete assolutamente perdervelo.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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