Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia

Voto:

Il Grande Oltre è il luogo finale a cui aspira ogni articolo in vendita nei supermarket americani, un paradiso idilliaco in cui gli umani si prendono cura dei prodotti da loro acquistati, coccolandoli e occupandosi di loro quasi come fossero propri figli. Questa leggenda viene a ripresentarsi puntuale ad ogni nuovo acquisto: un prodotto finisce nel carrello contento per essere stato scelto tra tanti, per essere stato degnato di considerazione tra gli infiniti scaffali del mercato. Durante il weekend del 4 Luglio, quando gli statunitensi fanno incetta di materiale per barbecue, c’è grandissima fibrillazione nello scaffale in cui si trovano gli esuberanti salsicciotti Fancy Dogs e le graziose panine Glamourous Buns, legati tra loro da indicibili rapporti sentimentali pronti a tracimare nel sessuale all’apertura delle confezioni. L’ambizione di essere così scelti viene, però, pian piano a scemare quando uno dei sopravvissuti, Senape Dolce, si immola nel vano tentativo di far capire agli amici la drammatica situazione che li attenderà una volta varcati i confini delle porte scorrevoli. Con un carico di coraggio inaudito i salsicciotti si imbarcheranno nella folle impresa di dimostrare ai vicini di scaffale e ad ogni prodotto presente nell’intero market, la reale vita che li attenderà appena imbustati.

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L’idea geniale di animare un intero reparto alimentare, dare voce ad ogni singolo prodotto imbustato o confezionato, è la carta giusta da giocare e il duo registico, sotto l’egida artistica di Seth Rogen – il cui The Interview, in cui demolisce satiricamente il regime dittatoriale nordcoreano, è una commedia dai molteplici spunti di riflessione e assolutamente da recuperare- riesce a centrare quasi completamente l’obiettivo, creando una sfilata di personaggi macchiettistici degni di nota a cui donare personalità e caratteristiche peculiari indispensabili alla riuscita satirica. Il chewing gum disabile in grado di surclassare qualsiasi parodia di Stephen Hawking precedente (il sosia presente in Superhero Movie viene annientato da questa versione animata), il pane arabo Kareem Abdul Lavash, la ciambella ebraica Sammy Bagel Jr hanno avuto nel passato pochi rivali in quanto a carica satirica e riuscita narrativa, ed i due protagonisti ben si muovono all’interno di un mondo costruito sapientemente dai creatori, donando freschezza al genere dei film d’animazione.

Se in qualcosa la pellicola diretta da Tiernan e Vernon può venir meno, questo è sicuramente la capacità di dosare la gag a sfondo sessuale senza terminare la sequenza nella caduta di gusto; quando il piatto diventa troppo piccante, spesso si riesce a stemperarlo, ma le quattro menti dietro Sausage Party sembrano voler osare e premere il pedale dell’acceleratore sino in fondo, facendo leva sul rating R ottenuto in sede di censura e declinando il prodotto finale ad un pubblico esclusivo di adulti o aspiranti tali, dimenticandosi di frenare l’eccesso che porta ad un declino narrativo, fortunatamente limitato.

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Nessuna critica può essere mossa contro l’originalità del film e il linguaggio in esso utilizzato, dato il dichiarato intento degli autori di confezionare una pellicola in grado di rendere un prodotto animato appetibile anche ai palati adulti raffinati a suon di satira. Sausage Party intrattiene a dovere, come un buon film d’animazione dovrebbe fare, si pregia di una regia in splendida forma, in grado di tenere le redini dei tempi comici del duo Goldberg / Rogen e regalare inquadrature dignitose, continuando con coerenza la linea satirica del duo comico e riuscendo a discutere di argomenti considerati altrove tabù con una ironia ed una leggerezza impensabili per il genere a cui il film viene ascritto.

Se cercate qualcosa di diverso dal solito film d’animazione, alla stregua di ciò che è stato Deadpool per il genere cinecomic, siete approdati nel lido giusto.




      Fulcho Articoli
      Cinefilia o cinofilia? Non ancora riesco a distinguere. So solo che amo il cinema, con tutto me stesso e non posso vivere senza. Toglietemi tutto, ma non la mia pellicola.

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