The Slayers – Un anime dischiuso tra i petali della malinconia

The Slayers

I venti della nostalgia mi hanno spinto qui a parlare di uno dei miti indiscussi della mia infanzia nonché modello di vita, la maga Lina Inverse, e dell’anime che la vedeva protagonista: The Slayers.

Ci sono 2 cose con cui bisogna scendere a patti prima di parlare di The Slayers. La prima, è che questa serie è stata largamente dimenticata, forse perché trasmessa pochissimo negli anni, forse perché resa meno memorabile dal solito adattamento all’italiana, anche se recentemente si è cercato di riproporla sui canali secondari Mediaset riparando un po’ i danni. La seconda, è che è un anime di 20 anni fa.
Esatto, 20 anni fa.
Quindi, se per caso vi ricordate dei pomeriggi passati a ridere come matti davanti a Lina (Rina) Inverse che faceva esplodere mostri, montagne e città con il suo Dragon Slave (o Fulmine Rosso), siete sulla strada della vecchiaia. Proprio come me e il mio avatar di Sophie. Solo che Sophie ha Howl come gratifica, io e voi no.
Ma questa perla degli anni ’90 merita di essere ricordata, perciò metterò da parte la malinconia che opprime la mia povera anima per parlarvene e spiegarvi perché è una di quelle cose che consiglio a tutti di guardare, o riguardare.

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Il gruppo al completo in un’immagine bella nitida.

Partiamo dall’inizio: che tipo di anime era The Slayers?
Un anime fantasy di stampo comico-parodistico, tratto per le prime due stagione dal primo arco delle omonime novel di Hajime Kanzaka, e con una trama alternativa al secondo arco, ma comunque sottoposta alla supervisione di Kanzaka, nella terza stagione.
La protagonista assoluta della storia è Lina Inverse: una giovane maga di 15 anni dai capelli rossi, piccola di fisico e dal seno quasi piatto. Indipendente, presuntuosa, furba, intelligente, potentissima e con un gran fiuto per gli affari, Lina non è affatto uno di quei personaggi femminili che ha bisogno di supporto emotivo per andare avanti, ed è abbastanza irascibile da rappresentare un serio pericolo per chiunque la intralci. Dotata di un senso morale tutto suo, passa le sue giornate sgominando bande di banditi così da potersi appropriare dei loro bottini, in un autentico trionfo di caoticità neutrale; ma la sua carriera da “bandit killer” viene improvvisamente messa in pausa: l’incontro con Gourry Gabriev, coraggioso spadaccino che corre in suo aiuto scambiandola per una donzella in pericolo, e con i brutti ceffi capeggiati da Zelgadiss Graywords, un uomo tramutato in chimera, trascinano la giovane maga in una storia più grande di lei, le cui conseguenze svilupperanno direttamente tutte le trame successive.
Più avanti, si unirà alla truppa anche la principessa Amelia Wil Tesla Saillune: paladina della giustizia, parodia di Sailor Moon con le movenze di un Power Ranger, nonché quota tette del party (nota necessaria).

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Xellos non mente mai. Xellos ti dice che è un segreto e che devi farti gli affari tuoi.

Infine, nella seconda stagione, l’ultima presenza di spessore a comparire nella serie sarà Xellos (Zeros nell’adattamento italiano, che in questo caso ricalca la pronuncia giapponese), il Monaco Misterioso: un personaggio che è un piccolo capolavoro e che credo di poter paragonare, almeno in parte, a Petyr “Ditocorto” Baelish dei libri di George R. Martin; e sottolineo quel “in parte”, perché Xellos non è certo infame quanto Ditocorto ed ha una certa etica personale. E poi è un simpaticone.

Le tre stagioni presentano tutte uno svolgimento più o meno simile: i protagonisti si imbarcano, o si ritrovano imbarcati, quasi casualmente in una missione, arrivano quasi subito ad uno scontro tosto, hanno un periodo distensivo (durante il quale Gourry finisce per qualche ragione vestito da donna) e poi si arriva al finale col botto. Con questa struttura gli episodi puramente filler non mancano e, nonostante alcuni siano demenziali al punto da lasciare perplessi, la maggior parte di essi restano godibilissimi, o addirittura memorabili.

Per molto tempo, io stessa ho ricordato pochissimo di questo cartone: ricordavo “Rina”, ricordavo Zelgadis, Amelia e “Guido” (probabilmente uno dei peggiori nomi mai scelti in un adattamento) e ricordavo determinate scene che, a distanza di anni, mi facevano ancora ridere. Ma soprattutto, ricordavo che mi era piaciuto tantissimo. Però, per qualche ragione misteriosa, non riuscivo proprio a ricordarne il titolo.
Ma il mistero è stato risolto non appena sono riuscita a recuperare la serie.

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Amelia, Zelgadiss, Lina e Gourry: gli Slayers!

Le 3 stagioni storiche di The Slayers (Slayers, Slayers NEXT e Slayers TRY) furono prodotte e trasmesse in Giappone tra il 1995 e il 1997, per un totale di 78 episodi, e furono trasmesse in Italia dalla Mediaset tra il 1997 e il 1998, per un totale di 76 episodi rimaneggiati, tagliuzzati e censurati, con un unico titolo per tutte e tre: Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina.
Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina. Ditemi voi come potevo ricordarmi una roba del genere.
Se vi stavate chiedendo da dove ho tirato fuori il titolo del vaneggiamento, ora lo avrete capito, ma non chiedetemi da dove l’abbiano tirato fuori quelli della Mediaset. Forse mentre attingevano a certe scorte accumulate negli anni ’80.

Messe finalmente le mie mani sulla versione italiana dopo tanti anni, decisi di correre il rischio più grande che si possa correre con le serie che hanno segnato la propria infanzia: rivedermela. Ero psicologicamente pronta ad affrontare ed accettare il fatto che i miei ricordi fossero distorti e che la serie fosse orrenda.
E invece no, l’ho adorato.
Ho cercato in tutti i modi, per anni, di reperirlo in lingua originale sottotitolato e senza tagli, e con la mia nuova consapevolezza da vecchia adulta (si dice ADULTA), l’ho adorato ancora di più.

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Amelia e Zel c’insegnano come si sopravvive a un Dragon Slave.

La parte più bella di The Slayers sta nella profonda ironia di cui è permeato: nel cartone i personaggi rompono spesso la quarta parete, a volte prendendo in giro l’andamento stesso della serie, le situazioni più drammatiche si alternano alle più assurde, e il titolo stesso si contrappone alla vera natura del gruppo di protagonisti, che saranno pure dei veri “demon slayers” ma restano un branco di pazzi. Tutto questo si perde parecchio nella versione italiana, che nel primo adattamento ha ignorato spesso e volentieri questo genere di battute. La storia, però, presenta anche momenti molto seri o violenti, anche se prontamente compensati da battute che alleggeriscono il momento o da avvenimenti divertenti subito successivi. Il tenore non è mai eccessivo ma ha comunque portato la Mediaset a operare dei grossi tagli: un esempio clamoroso sono le ultime 3 puntate della seconda stagione accorpate in una. La censura ha colpito senza pietà anche le battute sul seno piatto di Lina, ogni riferimento, anche vago, alla morte e il riferimento al fatto che le maghe perdano il grosso dei poteri “in quei giorni del mese”. E la maliziosità presente nella serie si ferma qui. Ma se c’è una cosa che mi dà fastidio più delle altre è il modo in cui anche le battute di Zelgadiss sono state smorzate e addolcite, cambiando così la percezione del personaggio e togliendogli quel cinismo che lo caratterizza in quanto elemento tormentato del gruppo. Insomma, tutto il cartone ha subito un tradizionale rimaneggiamento anni ’90, e non sono mancati nemmeno i tipici dialoghi inutili aggiunti a riempire quelli che dovevano essere momenti di silenzio. Una delle poche cose rimaste intatte nell’adattamento italiano sono le sottili trame romantiche che si tratteggiano durante le tre stagioni: nulla di eclatante in un contesto che rimane incentrato sull’azione, ma assolutamente adorabili, e che forse sono la spiegazione a quel dannato titolo tanto petaloso (fatemela passare) inventato dalla Mediaset. Perché l’anime ha una ragazzina per protagonista, quindi è ovvio che debba per forza essere spacciato per qualcosa di molto romantico.

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Momento Tenerezza. Certo, la trama romantica è sottile, ma non vuol dire che sia nascosta.
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La povera Amelia realizza che il nuovo stile le ingrassa la faccia.

Nel 2008, due nuove stagioni di Slayers sono state trasmesse in onore del decimo anniversario dalla chiusura dell’anime storico: Slayers Revolution e Slayers Evolution-R, entrambe di 13 episodi e poste in continuità diretta, al punto che di loro si parla più come di un’unica stagione suddivisa in due parti. Queste nuove stagioni sono il seguito di Slayers TRY, quindi non sono basate sulle novel ma sono state comunque dirette dall’autore Hajime Kanzaka.  Qui viene introdotto Pokota, un nuovo personaggio intrappolato in un corpo da pupazzo, che non mi ha entusiasmata molto, come non mi ha entusiasmata molto la nuova trama: troppo veloce e approssimativa in certi punti e troppo lenta in altri, dà l’impressione di essere vaga per via dei chiarimenti troppo tardivi rispetto al ritmo e la presenza di Xelloss è troppo debole.

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Zelgadiss umano nel flashback di Evolution-R. Giuro che non suggerisco di guardarlo solo per lui. O forse sì?

C’è da dire, però, che la contestualizzazione è ineccepibile e riprende efficacemente la vecchia atmosfera, i riferimenti alla serie storica e tutti i film e OAV connessi sono ovunque, e che specie lo sviluppo di Evolution-R presenta degli episodi che vale assolutamente la pena di vedere: in particolare il decimo, dove per la prima volta si ha un vero approfondimento psicologico sul passato di Zelgadiss. Una critica poi va rivolta anche al nuovo chara-design: più tondeggiante, che non stona troppo addosso a Gourry o Zelgadiss ma che rende i tratti di Lina, Amelia e Xellos più infantili di quanto non fossero in precedenza, in un modo che personalmente mi ha dato un po’ fastidio. Ma questo è un gusto personale.

Sia Revolution che Evolution-R sono state trasmesse in Italia prima su Hiro e poi su Italia 2, pare con un adattamento migliore rispetto alla passata esperienza, ma non posso metterci la mano sul fuoco.

Io consiglio vivamente di guardare la serie per intero, nuove stagioni incluse, perché alla fine dei conti ne vale realmente la pena. Fidatevi di me e del mio spirito da vecchia saggia: The Slayers è un gioiellino che non va assolutamente dimenticato, e il tempo investito nella visione sarà ben speso.

E se non dovesse piacervi, venite pure a lamentarvi da me: ne discuteremo civilmente e senza rancori. Ma poi non stupitevi se la vostra città verrà spazzata via da un Dragon Slave.

Darkness beyond twilight
Crimson beyond blood that flows
Buried in the stream of time is where your power grows
I pledge myself to conquer all the foes who stand
before the mighty gift bestowed in my unworthy hand
Let the fools who stand before me be destroyed
by the power you and I possess…
DRAGON SLAVE!

dragonslave

 




PS: Se avete guardato la opening, avrete notato un personaggio femminile che non ho menzionato. Si tratta di un’apparizione ricorrente: Sylphiel Nels Rada, una donna utile a svenire e curare le gravissime ferite dei personaggi che quasi muoiono per salvarla. Il punto è che non la sopporto.

Lithyan Articoli
Una giovane donna che sente di essere una vecchia di 70 anni con lo spirito di una ragazzina di 16. Appassionata di serie tv e qualsiasi cosa sia leggibile, la sua triplice età la rende in grado sia di entusiasmarsi come la più esaltata delle bimbaminkia, sia di criticare tutto come un anziano che fissa un cantiere, anche contemporaneamente.

4 Commenti

  1. Ciao, ti ringrazio per questo articolo, sono anch’io una grande fan di Slayers ed è tempo che vorrei vederlo senza tagli e ben doppiato. La versione giapponese con i sottotitoli è reperibile in qualche modo? Puoi aiutarmi? Grazie mille. Deina

  2. Ciao, io sto cercando i dvd in italiano. Qualcuno che a suo tempo li abbia registrati dalla TV e poi trasposti su DVD. Puoi aiutarmi? In originale l’ho trovata, ma vorrei avere anche quella italiana, per quanto taglia e doppiata alla cavolo. Grazie!

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